Quale la prossima mossa?

Nel 2007, un articolo apparso su La Stampa ci regalava l’immagine di una “mossa del cavallo” che, applicata agli allora rapporti Minsk/Mosca, lasciava già pochi dubbi su chi fosse lo stratega. Facebook esisteva da qualche anno (2004) eppure, come social, era ancora pavido verso i senior “media”. Nel 1940, mentre i tedeschi invadevano Parigi, Marc Bloch si ferma a riflettere sulla storia. Sente il bisogno di “difenderla” e, per questo, vaglia tutto della sua materia; soppesa anche il ruolo delle testimonianze che chiama “volontarie”, come, ad esempio, gli articoli di giornale. Materiale prezioso per lo storico, ma solo in apparenza: il loro interesse è più per quello che lasciano intendere che per ciò che dicono espressamente. E che cosa trapela dalle dieci, cento, mille testimonianze che, in questi giorni, ci colpiscono minuto per minuto? Frammentarietà ed emotività, decisamente a briglia sciolta. Forse il lettore (e lo storico di domani), avrebbero bisogno di un po’ di ecologia dell’informazione: un filtro per orientarsi nel buzz di questa galassia chiamata Meta. Ecco pronta la sfida dei media su questa scacchiera, restituire cioè al cavallo / lettore la sua mossa più autentica: un libero (non a caso è a “L”) movimento di pensiero, in un perimetro certo. Pronti a disegnarlo?

Vissi d’arte

Difficile alimentare speranze quando, non tanto lontano da qui, la parola passa alle armi. Preferiamo però mantenere il nostro taglio: oggi, 25 febbraio 2022, ci prendiamo comunque una licenza poetica per ricordare che il Guggenheim di Bilbao ha avviato le feste per i 25 anni di occupazione felice del suolo della città basca. Culmineranno ad ottobre, ma intanto il palinsesto è scaldato da una mostra di Jean Dubuffet (che aprirà proprio oggi), e un’altra che ci ricorda ciò che di meglio è successo in Europa tra le due guerre: Fauvismo, Cubismo, la “Scuola di Parigi” e il Surrealismo. Si potrebbe pensare al “nostro” Futurismo come grande escluso (anche se non mancano Modigliani e De Chirico). Eppure, è lo stesso edificio di Frank Gehry che rende omaggio a quelle forme uniche di continuità nello spazio di Umberto Boccioni, il più acuto ed europeo tra gli artisti italiani del movimento. La porta del Pantheon, per lui, si aprirà troppo presto, perché la Prima Guerra Mondiale recise una vita di soli 34 anni. Strana assonanza, in una settimana scandita da una parola che tutti vorremmo fosse afona. Perché ci volgiamo, dunque, al compleanno del Guggenheim (e anche di Gehry, che tra tre giorni ne compirà 92)? Per ricordare l’importanza di tagli netti e di nutrimenti alternativi. Il museo ha significato entrambe le cose per l’economia di Bilbao. E vedere artisti europei sotto il suo stesso tetto (anche russi e ucraini), restituisce un’idea di Europa come nido sicuro; una piccola zona di conforto, nonostante tutto.

Cosa ti sei messo in testa?

Questo cappello ha un nome e un cognome: ama particolarmente il millimetro, le notti insonni e gli eccitanti. Eppure, oggi, non sarà la giornata di Sherlock Holmes. Gilbert Keith Chesterton: a qualcuno forse dice poco, per cui, a noi il compito delle presentazioni. È quasi contemporaneo di Conan Doyle, con cui condivide anche i natali di fine maggio; non ne è però il gemello, ma un alter ego. Il perché, si trova nei Racconti di Padre Brown, e già a partire dalle livree: se Holmes è, per standing, un pigmalione, il secondo si presenta volutamente come un prete, senza pretese. Eppure, è proprio così che Chesterton ci trae in inganno. Continuiamo nel percorso: mentre il gentlemen di Baker Street è il decano del ragionamento deduttivo, Padre Brown è, piuttosto, un campione del contropiede induttivo. L’emozione: è proprio questa che mette all’angolo i criminali e che, si badi, per il chierico non hanno nulla a che fare con i ladri comuni. I più fini sono coloro che pensano troppo ed è lì che Brown trova il suo diletto; scava a fondo in cerca del petrolio, facendo però credere al suo interlocutore di usare solo paletta e secchiello da spiaggia. Per chiudere, se Holmes riusciva a trovare il fallo nella trama millimetrica dell’ordito, Padre Brown cerca piuttosto un rammendo nascosto. Cosa ci siamo messi in testa oggi? Mai sottovalutare il ruolo delle emozioni, potrebbero rivoltarci come un calzino. Onomastico San Giuseppe da Leonessa

Programmi d’amore?

Porto Venere è un pertugio sul Mar Ligure bagnato non solo dalla dea dell’amore, ma anche dalla fatica del poeta Lord Byron, quando fece a nuoto il tratto di mare fino a Lerici. In Inghilterra, Byron difendeva il Luddismo, quel movimento che distruggeva i telai appena sfornati dalla rivoluzione industriale: erano considerati una minaccia per il lavoro artigianale. Ora, la figlia che Byron non ha mai conosciuto, Ada Lovelace (1815-1852), è invece considerata la madre del linguaggio di programmazione. Il suo quid è stato capire che l’algoritmo poteva andare oltre i numeri, generando simboli, parole, persino note. Esso, però, non sarà mai immaginifico, notava Ada; per funzionare non potrà mai fare a meno della macchina umana. Riassumendo, la figlia di un poeta crea un dispositivo che, per funzionare, avrà sempre bisogno di poesia. Ci sembra un bel modo di parlare d’amore, a tre giorni da San Valentino. Nel suo caso, può valere anche il women nomen: “love” e “lace”, amore e pizzo (ma anche laccio): avrà forse dovuto stringer bene quelli dei suoi guantoni, per fare il mestiere che amava? Non dimentichiamo che passò la sua breve vita come “fidanzata professionale” di molti matematici uomini. Ah, oggi è la Giornata Internazionale delle Donne e Ragazze nella Scienza: un amore complicato solo dalla storia e da come ci è stata – a volte – tramandata

Disegnare sulla Muraglia Cinese

Quando Marina Abramović e Ulay decisero di esaurire il loro elisir d’amore, lo fecero con un atto che faceva parte della loro memoria genetica di europei, e romantici: attraversare la Muraglia Cinese a piedi, per un ultimo abbraccio nel bel mezzo. Tra la decisione e l’atto, ci fu però una lunga stasi diplomatica: il muro più grande era quello della Repubblica Popolare Cinese, che tentennava con i permessi non perché i due non fossero graditi, ma perché nessun cittadino dagli occhi a mandarla aveva tentato l’impresa prima di allora; solo dopo uno di loro, il varco poteva essere aperto anche agli “altri”. E così è stato. Se il 2021 è stato un po’ il mastro tintore dell’identità italiana nel mondo, ci piace ricordare che il primo europeo ad aver sfondato quella muraglia è stato un diciassettenne di nome Marco, di cognome Polo. Non solo. Il giovane portò a termine diverse missioni diplomatiche per conto del Kubilai: pare che l’imperatore si fidasse del suo punto di vista “alternativo”. E se ancora una volta la memoria genetica non ci inganna, un veneziano sa che l’acqua cheta è meglio usarla per tenere a galla rapporti, piuttosto che sfondare ponti. Sarà che il 2022, per il calendario cinese, è anche l’anno della tigre d’acqua… E quindi, l’augurio per i nostri atleti in trasferta è continuare a disegnare il nostro “Milione”: certi che le medaglie non siano altro che l’altra faccia dello stile e dell’ispirazione. Onomastico San Giuseppe da Leonessa

Il giorno dopo la memoria

Ieri è stato celebrato il Giorno della Memoria. E non è una buona ragione per dimenticare tutto, già da quello dopo. Questo è il limite del nostro tempo: accendere la sensibilità solo dopo l’accensione di un qualsiasi device e cambiare umore in funzione del palinsesto che ci viene offerto. Ci piacerebbe raccontarvi le storie di ballerine sopravvissute all’Olocausto, oppure del compositore Olivier Messiaen che, a 32 anni, nel campo di Görlitz, scrisse ed eseguì il suo quartetto per la “fine del tempo”. Eppure, ci sarà un modo per non fare della memoria “una memoria”; un po’ come fanno quelle pietre d’inciampo, pronte ad esser calpestate, nostro malgrado, tutto l’anno. Per questo, per ricordare, ci prendiamo una licenza molto poco poetica chiamando la memoria cerniera: un varco tra passato, presente e futuro, giusto per non essere un arrivederci misurato. Onomastico San Tommaso d’Aquino

Una mostra a Firenze

Florence is a luminescent city: it has consecrated a bridge to gold and, in ancient times, the most awaited event of the feast of the patron saint San Giovanni was the display of the Silver Altar in the Baptistery, which was hidden from view on all other days of the ‘year . This facing, made in over a century (1367-1483), has 200 kilos of silver on its side and an almost incalculable number of niches and statues. It was a work of various hands: Antonio del Pollaiolo, Verrocchio (Leonardo’s master) and Michelozzo, among others. Seven hundred meters further on, at Palazzo Strozzi , there is a different sheen, given by a modern material. Jeff Koons’ steel does not ask us to observe it in the glare of a candle, getting lost in the shadowy paths of gravers and saints (think of how a faithful in the 1400s could look…). However, we can mirror ourselves in his rabbits, dogs and venus. “Smoothness is the hallmark of our time . It is what Jeff Koons has in common, the iPhone and Brazilian hair removal; it does not hurt, it only asks for a like”, wrote the South Korean philosopher Byung-Chul Han in 2019. Can be; however, the artist pulled it out of the hat twenty years before Apple’s creature. And art can also be the whisper of the second half that we still have to play. By the way, happy birthday, Jeff Koons now that you too are facing your “third time” (but we won’t tell anyone). Saint Agnes name day

Ritratti nel tempo

Nella prima stagione di The Crown, una giovanissima Elisabetta II viene redarguita dalla nonna per essersi mostrata traballante nella gestione di un affare di stato. Compito della monarchia è ispirare certezze granitiche e che nulla cambi, insomma. Eppure, alcune tra le migliori donne della storia britannica hanno colonizzato tutto il “dopo” del mondo, sostituendolo a un prima che nessuno ricorda. Partiamo da Boudicca (“Vittoria”), la regina della rivolta contro i Romani nel 60 d.C. Oppure la prima Elisabetta, sgorgata illegittima per nascita, genere e religione; con lei è nato un “dopo” talmente netto da farsi chiamare tradizione. I suoi ritratti non la smentiscono: è la fiducia granitica nel singolo che scolpisce il ruolo. Tra poco, la National Portrait Gallery accoglierà anche gli scatti dei 40 anni di una probabile futura regina, la duchessa di Cambridge. Una Kate Middleton all’Angelica de Il Gattopardo, come è stata definita, colei che nel romanzo apporta bellezza, dote e destrezza sociale. Il prossimo 6 febbraio, Elisabetta II festeggerà 70 anni di regno e, forse, Kate è la sua migliore erede: bella e prudente. Quello di Paolo Roversi ci sembra perciò un ritratto sincero, in questo momento. Quanto a Kate, il miglior augurio che possiamo farle è un futuro che tracci come un eyeliner il suo “dopo”; uno stacco netto. Onomastico San Felice di Nola

Epifania ed Epifanie

Rovistando nel cassetto dell’etimologia, scopriamo che il termine Epifania ha un orlo nascosto, ed è la parola “manifestazione”. Nella tradizione cristiana occidentale, ieri i Magi hanno incensato il piccolo Gesù: sarà ricordata come la sua prima apparizione pubblica. I tre, come ci dice il Vangelo di Matteo, non si fideranno di Erode e le loro tracce si dissiperanno per altri sentieri. Sarà un gesto non privo di conseguenze: da una parte, ci sarà la strage degli innocenti, dall’altra la fuga in Egitto. Domani, sarebbe stato il compleanno di David Bowie (tra 3 giorni, l’anniversario della sua morte); nel libretto di uno dei suoi ultimi album (Heathen, 2002), l’artista lascia un cammeo della Strage degli Innocenti di Guido Reni (oggi conservata alla Pinacoteca di Bologna); dall’anno 0, passando per il Seicento, finendo dentro un vinile. Spostandoci non troppo lontano, agli Uffizi, in una tela dello stesso secolo vediamo la Sacra Famiglia che, mentre si riposa durante la fuga in Egitto, fa il bucato: sono tutti operosi, Giuseppe compreso (un altro cammeo del tempo). Epifania dunque: manifestazioni alternative spuntano a sorpresa dove la laicità è di casa, o possono essere laicamente intese, anche dentro l’aureola di casa propria. Ci piace quest’apertura di significati: è briosa come una coppia di calzini spaiati.   Onomastico San Raimondo