Il giorno dopo la memoria

Ieri è stato celebrato il Giorno della Memoria. E non è una buona ragione per dimenticare tutto, già da quello dopo. Questo è il limite del nostro tempo: accendere la sensibilità solo dopo l’accensione di un qualsiasi device e cambiare umore in funzione del palinsesto che ci viene offerto.

Ci piacerebbe raccontarvi le storie di ballerine sopravvissute all’Olocausto, oppure del compositore Olivier Messiaen che, a 32 anni, nel campo di Görlitz, scrisse ed eseguì il suo quartetto per la “fine del tempo”. Eppure, ci sarà un modo per non fare della memoria “una memoria”; un po’ come fanno quelle pietre d’inciampo, pronte ad esser calpestate, nostro malgrado, tutto l’anno.

Per questo, per ricordare, ci prendiamo una licenza molto poco poetica chiamando la memoria cerniera: un varco tra passato, presente e futuro, giusto per non essere un arrivederci misurato.

Onomastico
San Tommaso d’Aquino