Cosa ti sei messo in testa?

Questo cappello ha un nome e un cognome: ama particolarmente il millimetro, le notti insonni e gli eccitanti. Eppure, oggi, non sarà la giornata di Sherlock Holmes. Gilbert Keith Chesterton: a qualcuno forse dice poco, per cui, a noi il compito delle presentazioni. È quasi contemporaneo di Conan Doyle, con cui condivide anche i natali di fine maggio; non ne è però il gemello, ma un alter ego. Il perché, si trova nei Racconti di Padre Brown, e già a partire dalle livree: se Holmes è, per standing, un pigmalione, il secondo si presenta volutamente come un prete, senza pretese. Eppure, è proprio così che Chesterton ci trae in inganno. Continuiamo nel percorso: mentre il gentlemen di Baker Street è il decano del ragionamento deduttivo, Padre Brown è, piuttosto, un campione del contropiede induttivo. L’emozione: è proprio questa che mette all’angolo i criminali e che, si badi, per il chierico non hanno nulla a che fare con i ladri comuni. I più fini sono coloro che pensano troppo ed è lì che Brown trova il suo diletto; scava a fondo in cerca del petrolio, facendo però credere al suo interlocutore di usare solo paletta e secchiello da spiaggia. Per chiudere, se Holmes riusciva a trovare il fallo nella trama millimetrica dell’ordito, Padre Brown cerca piuttosto un rammendo nascosto. Cosa ci siamo messi in testa oggi? Mai sottovalutare il ruolo delle emozioni, potrebbero rivoltarci come un calzino. Onomastico San Giuseppe da Leonessa

Programmi d’amore?

Porto Venere è un pertugio sul Mar Ligure bagnato non solo dalla dea dell’amore, ma anche dalla fatica del poeta Lord Byron, quando fece a nuoto il tratto di mare fino a Lerici. In Inghilterra, Byron difendeva il Luddismo, quel movimento che distruggeva i telai appena sfornati dalla rivoluzione industriale: erano considerati una minaccia per il lavoro artigianale. Ora, la figlia che Byron non ha mai conosciuto, Ada Lovelace (1815-1852), è invece considerata la madre del linguaggio di programmazione. Il suo quid è stato capire che l’algoritmo poteva andare oltre i numeri, generando simboli, parole, persino note. Esso, però, non sarà mai immaginifico, notava Ada; per funzionare non potrà mai fare a meno della macchina umana. Riassumendo, la figlia di un poeta crea un dispositivo che, per funzionare, avrà sempre bisogno di poesia. Ci sembra un bel modo di parlare d’amore, a tre giorni da San Valentino. Nel suo caso, può valere anche il women nomen: “love” e “lace”, amore e pizzo (ma anche laccio): avrà forse dovuto stringer bene quelli dei suoi guantoni, per fare il mestiere che amava? Non dimentichiamo che passò la sua breve vita come “fidanzata professionale” di molti matematici uomini. Ah, oggi è la Giornata Internazionale delle Donne e Ragazze nella Scienza: un amore complicato solo dalla storia e da come ci è stata – a volte – tramandata

Disegnare sulla Muraglia Cinese

Quando Marina Abramović e Ulay decisero di esaurire il loro elisir d’amore, lo fecero con un atto che faceva parte della loro memoria genetica di europei, e romantici: attraversare la Muraglia Cinese a piedi, per un ultimo abbraccio nel bel mezzo. Tra la decisione e l’atto, ci fu però una lunga stasi diplomatica: il muro più grande era quello della Repubblica Popolare Cinese, che tentennava con i permessi non perché i due non fossero graditi, ma perché nessun cittadino dagli occhi a mandarla aveva tentato l’impresa prima di allora; solo dopo uno di loro, il varco poteva essere aperto anche agli “altri”. E così è stato. Se il 2021 è stato un po’ il mastro tintore dell’identità italiana nel mondo, ci piace ricordare che il primo europeo ad aver sfondato quella muraglia è stato un diciassettenne di nome Marco, di cognome Polo. Non solo. Il giovane portò a termine diverse missioni diplomatiche per conto del Kubilai: pare che l’imperatore si fidasse del suo punto di vista “alternativo”. E se ancora una volta la memoria genetica non ci inganna, un veneziano sa che l’acqua cheta è meglio usarla per tenere a galla rapporti, piuttosto che sfondare ponti. Sarà che il 2022, per il calendario cinese, è anche l’anno della tigre d’acqua… E quindi, l’augurio per i nostri atleti in trasferta è continuare a disegnare il nostro “Milione”: certi che le medaglie non siano altro che l’altra faccia dello stile e dell’ispirazione. Onomastico San Giuseppe da Leonessa

Il giorno dopo la memoria

Ieri è stato celebrato il Giorno della Memoria. E non è una buona ragione per dimenticare tutto, già da quello dopo. Questo è il limite del nostro tempo: accendere la sensibilità solo dopo l’accensione di un qualsiasi device e cambiare umore in funzione del palinsesto che ci viene offerto. Ci piacerebbe raccontarvi le storie di ballerine sopravvissute all’Olocausto, oppure del compositore Olivier Messiaen che, a 32 anni, nel campo di Görlitz, scrisse ed eseguì il suo quartetto per la “fine del tempo”. Eppure, ci sarà un modo per non fare della memoria “una memoria”; un po’ come fanno quelle pietre d’inciampo, pronte ad esser calpestate, nostro malgrado, tutto l’anno. Per questo, per ricordare, ci prendiamo una licenza molto poco poetica chiamando la memoria cerniera: un varco tra passato, presente e futuro, giusto per non essere un arrivederci misurato. Onomastico San Tommaso d’Aquino

Una mostra a Firenze

Florence is a luminescent city: it has consecrated a bridge to gold and, in ancient times, the most awaited event of the feast of the patron saint San Giovanni was the display of the Silver Altar in the Baptistery, which was hidden from view on all other days of the ‘year . This facing, made in over a century (1367-1483), has 200 kilos of silver on its side and an almost incalculable number of niches and statues. It was a work of various hands: Antonio del Pollaiolo, Verrocchio (Leonardo’s master) and Michelozzo, among others. Seven hundred meters further on, at Palazzo Strozzi , there is a different sheen, given by a modern material. Jeff Koons’ steel does not ask us to observe it in the glare of a candle, getting lost in the shadowy paths of gravers and saints (think of how a faithful in the 1400s could look…). However, we can mirror ourselves in his rabbits, dogs and venus. “Smoothness is the hallmark of our time . It is what Jeff Koons has in common, the iPhone and Brazilian hair removal; it does not hurt, it only asks for a like”, wrote the South Korean philosopher Byung-Chul Han in 2019. Can be; however, the artist pulled it out of the hat twenty years before Apple’s creature. And art can also be the whisper of the second half that we still have to play. By the way, happy birthday, Jeff Koons now that you too are facing your “third time” (but we won’t tell anyone). Saint Agnes name day

Ritratti nel tempo

Nella prima stagione di The Crown, una giovanissima Elisabetta II viene redarguita dalla nonna per essersi mostrata traballante nella gestione di un affare di stato. Compito della monarchia è ispirare certezze granitiche e che nulla cambi, insomma. Eppure, alcune tra le migliori donne della storia britannica hanno colonizzato tutto il “dopo” del mondo, sostituendolo a un prima che nessuno ricorda. Partiamo da Boudicca (“Vittoria”), la regina della rivolta contro i Romani nel 60 d.C. Oppure la prima Elisabetta, sgorgata illegittima per nascita, genere e religione; con lei è nato un “dopo” talmente netto da farsi chiamare tradizione. I suoi ritratti non la smentiscono: è la fiducia granitica nel singolo che scolpisce il ruolo. Tra poco, la National Portrait Gallery accoglierà anche gli scatti dei 40 anni di una probabile futura regina, la duchessa di Cambridge. Una Kate Middleton all’Angelica de Il Gattopardo, come è stata definita, colei che nel romanzo apporta bellezza, dote e destrezza sociale. Il prossimo 6 febbraio, Elisabetta II festeggerà 70 anni di regno e, forse, Kate è la sua migliore erede: bella e prudente. Quello di Paolo Roversi ci sembra perciò un ritratto sincero, in questo momento. Quanto a Kate, il miglior augurio che possiamo farle è un futuro che tracci come un eyeliner il suo “dopo”; uno stacco netto. Onomastico San Felice di Nola

Epifania ed Epifanie

Rovistando nel cassetto dell’etimologia, scopriamo che il termine Epifania ha un orlo nascosto, ed è la parola “manifestazione”. Nella tradizione cristiana occidentale, ieri i Magi hanno incensato il piccolo Gesù: sarà ricordata come la sua prima apparizione pubblica. I tre, come ci dice il Vangelo di Matteo, non si fideranno di Erode e le loro tracce si dissiperanno per altri sentieri. Sarà un gesto non privo di conseguenze: da una parte, ci sarà la strage degli innocenti, dall’altra la fuga in Egitto. Domani, sarebbe stato il compleanno di David Bowie (tra 3 giorni, l’anniversario della sua morte); nel libretto di uno dei suoi ultimi album (Heathen, 2002), l’artista lascia un cammeo della Strage degli Innocenti di Guido Reni (oggi conservata alla Pinacoteca di Bologna); dall’anno 0, passando per il Seicento, finendo dentro un vinile. Spostandoci non troppo lontano, agli Uffizi, in una tela dello stesso secolo vediamo la Sacra Famiglia che, mentre si riposa durante la fuga in Egitto, fa il bucato: sono tutti operosi, Giuseppe compreso (un altro cammeo del tempo). Epifania dunque: manifestazioni alternative spuntano a sorpresa dove la laicità è di casa, o possono essere laicamente intese, anche dentro l’aureola di casa propria. Ci piace quest’apertura di significati: è briosa come una coppia di calzini spaiati.   Onomastico San Raimondo

31 dicembre: San Silvestro

As if we were catapulted into Hogwarts castle, let’s imagine entering a dark room and, candelabra in hand, illuminate all the scenes of this year one by one. Perhaps for some we deserve a slap (not a slap, not even Boniface VIII). But for others, we couldn’t help but give ourselves a caress. There will be points we haven’t reached and which, in this room, will necessarily remain dark. Perhaps in 2022 we will be able to shed even more light on ourselves, perhaps by summoning lateral thinking more often: this is a bit what we have tried to do with “Imaginarea Daily” in these 365 moons. Therefore, the gauntlet for 2022 is drawn. Meanwhile, for tonight, happy New Year’s Eve and happy New Year’s Eve!   Name day San Silvestro I, Pope

Il 30 dicembre 1865 nasce Rudyard Kipling

Ne “Il libro della giungla” Mowgli viene salvato dal serpente Kaa, che lo libera da una popolazione di scimmie, ipnotizzandole. Alcuni studiosi hanno messo in relazione la nostra paura ancestrale verso questo animale con quella dei primati, da cui non a caso discendiamo. Sta di fatto che il serpente ci ipnotizza da sempre: succede a Eva e così facevano anche quelli sulla testa della Medusa, un secondo prima di pietrificare i malcapitati… A parte il fatto che due serpenti intrecciati sono diventati il simbolo di medici e farmacisti, “Il libro della giungla” è un raro caso in cui questo animale è presentato in un’accezione positiva: è un aiutante, magari sordo al primo richiamo, ma quando si attiva è un deposito di memoria. La sua funzione cambierà a partire dal cartone Disney: qui è un personaggio scialbo e un antagonista secondario (perché il primo è la tigre). A dispetto di queste cancellature, ci sentiamo di preferire la versione più aderente al romanzo. Anche lo zoo (iconografico o semantico) è bello perché è vario.   Onomastico San Felice I, Papa

Il 29 dicembre 1800 nasce Charles Goodyear

Il jazzista Gil Evans amava dire che nell’arte tutto è, o dovrebbe essere, un esperimento e i capolavori sono esperimenti riusciti. Nel 1839 Charles Goodyear fece cadere accidentalmente della gomma indiana mescolata con zolfo su una stufa calda: scoprì così la vulcanizzazione. Nei trasporti, da quel momento in poi, cambierà tutto; nella vita di Goodyear, un po’ meno, tra battaglie per il brevetto e i debiti che gli valsero, tra le altre cose, anche un soggiorno in prigione a Parigi. Siamo partiti dall’arte, perché effettivamente la gomma ha avuto da sempre un suo potere evocativo: proviamo a contare i romanzi, i dischi o i film nati dalle due ruote di una motocicletta (solo per restringere la lista ai ciclomotori). Piccoli capolavori, nati da un esperimento ben riuscito.   Onomastico San Tommaso Becket, Vescovo di Canterbury