PPP

Se è vero che la parte precede il tutto, tre consonanti uguali, in Italia, nell’anno 2022 (che si qualifica con ben tre due), sembrano richiamare solo Pier Paolo Pasolini, di cui ricorrono i cento anni dalla nascita. Ma, di fronte a una combinazione di lettere come PPP, l’istinto alla disobbedienza fa deragliare la nostra immaginazione…

Per cui, la prima parola fuori dal binario è Pompeii, scoperta proprio il 1 aprile 1748 sotto Carlo di Borbone: spagnolissimo sì, ma per metà DNA italiano. Sua madre era Elisabetta Farnese, che gli lasciò in eredità Tiziano, Raffaello e molti altri zecchini d’oro del Rinascimento. Carlo lì trasferì da Parma, il ducato della mamma, verso Capodimonte: in fondo, erano tutti affetti suoi e il re poteva farne quel che voleva. Oggi, 80 tra questi capolavori tornano per un breve soggiorno a “casa”, in occasione di una mostra al Complesso della Pilotta dedicata ai Farnese. La nostra seconda “P” è così una linea tracciata tra le due città.

La terza, si mette a metà tra le prime due come un nastro biadesivo. Sembra che un giorno, in procinto di tornare in Spagna, Carlo trovò a Pompei un anello antico, che lasciò simbolicamente in consegna agli scavi. Così facendo, e un po’ involontariamente, il re pose le basi per quella che oggi chiamiamo tutela: un altro modo di intendere gli “affetti” suoi.

Pompei, Parma e Patrimonio, una bella storia che (non sappiamo quanto) l’altro PPP sarebbe stato felice di ascoltare. Tutto vero, in ogni caso, l’unica palla è il nostro pesce, che si sta srotolando per augurarvi buon primo aprile!