Il 3 giugno 1968 Valerie Solanas spara ad Andy Warhol 

Ci sono momenti nella vita che sono una cerniera tra un prima e un dopo. Uno di questi, ad esempio, può essere una banana sulla copertina di un album. Ma al tempo (1967) i Velvet Underground & Nico erano praticamente sconosciuti: ci stupisce quindi un po’ meno notare che, su quella cover, c’era solo la firma del loro produttore, Andy Warhol.

Nell’apertura, la zip può incontrare quel lembo di stoffa che la fa inceppare: il packaging dell’album era divertente (infatti la banana poteva essere letteralmente sbucciata), ma ardimentoso; quanto alle orecchie del pubblico, immature. Per il successo, e il riconoscimento, dovremo attendere qualche anno.

Ci sono altre volte in cui la zip va giù talmente veloce che il cursore esce dal fermo. Ed è impossibile ricucire. È quello che è successo quel 3 giugno 1968, quando la scrittrice Valerie Solanas irrompe nello studio di Andy Warhol, lasciandogli un souvenir al piombo nello stomaco; si salverà grazie a un’operazione di 5 ore. A morire, però, sarà un certo modo di esprimersi della sua arte. Il tema della morte diventerà tabù (eppure aveva fatto così bene con la serie dei “dead and disaster”) e Warhol – nonostante di lì in poi sarà costretto a indossare un corsetto –  entrerà in una zona di comfort abitata solo da ritratti di celebrità e altri affacci poco rischiosi.

Onomastico:
Santa Clotilde