In inglese, il tiro a piattello ha un nome che, oggi, sembra lontanissimo dalla sua traduzione letterale: si tratta di “clay pigeon”. Eppure, una connessione c’è, perché quei piccioni d’argilla sostituirono gli uccelli veri nell’antica disciplina del tiro a volo. Il brevetto di George Ligowsky si inserisce in questo contesto, ed è l’effetto delle primissime proteste animaliste; diventerà uno sport, ma anche il fulcro di luna park e paesi dei balocchi.
In “Boccaccio ’70”, vediamo Sofia Loren proporsi come trofeo del tiro al bersaglio; peccato, però, che il fortunato vincitore fosse un sagrestano. Azzardi a parte, nel passato il premio non era il peluche che conosciamo e, a finire in trappola, non era solo la povera anatra. Negli anni ’30-’40, quando si centrava il bersaglio, partiva uno scatto e al vincitore veniva consegnato un ritratto fotografico. Per non perdere quell’imperdibile occasione di portare a casa un ricordo, tutti gli amici cercavano di ritagliarsi un angolo di viso intorno alla concentrazione del tiratore.
Ah, i tempi in cui un selfie andava ‘guadagnato’…
Onomastico:
Santa Regina