Un’enciclopedia di 100 anni nell’era del digitale

“Un secolo fa”, esordisce Antonio Romano, “Giovanni Treccani e Giovanni Gentile riunirono le migliori intelligenze dell’epoca per dar vita  un ‘nostro’ nation building, espresso attraverso l’unitarietà dell’identità culturale italiana.

La prima edizione dell’Enciclopedia Treccani vide la luce nel 1929 e fu completata nel 1937: 35 volumi, più uno di indici, che hanno fatto da fondale a tanti ritratti di personalità importanti. Nasceva un ‘monumento da interni’ che si è arricchito nel tempo e ha arricchito il sapere di molti. Poi, con l’avvento del digitale, questo patrimonio si è dematerializzato ma non ha perso la sua autorevolezza. I lemmi della Treccani sono l’espressione più accreditata e appropriata anche nelle ricerche su Google: una certificazione che pone dei punti fermi rispetto a l’aleatorietà di Wikipedia o all’approssimazione dei social media o, più in generale, della rete.”

Che significato ha un'enciclopedia online nell'era del digitale?

“Seppure la visione di un Sapere enciclopedico e unitario sia piuttosto anacronistica nell’era di Google, il senso e soprattutto il valore contemporaneo dell’Enciclopedia Treccani è quello di essere un riferimento universalmente riconosciuto. È un merito importante in un’epoca di fake news, in cui non siamo più capaci di leggere i fenomeni attraverso i nessi di causa/effetto. Il processo di digitalizzazione di Treccani è stato avviato nel 1993 da Rita Levi Montalcini, allora presidente dell’Istituto dell’Enciclopedia Treccani, con l’obiettivo di farne un  punto di riferimento per le nuove generazioni. Ciò che allora non era prevedibile, e che ne rende la fruizione online ancora più rilevante, è che con il digitale e i social media siamo passati da una cultura del visivo, tipica del secolo scorso, a una della parola scritta. Tutto si consuma attraverso le stringhe di Google che ha cambiato, per usare le parole di Alessandro Baricco, la nostra postura rispetto alla vita”.

Come è possibile tradurre il patrimonio dell'enciclopedia in chiave multimediale?

“Alla base del rebranding sviluppato nel 2020, c’è la volontà di creare una relazione con un’identità immateriale a cui si attribuisce autorevolezza. Abbiamo dovuto riallineare la brand architecture, che era declinata in un sistema di prodotti editoriali (e non solo), rendendola unitaria e fruibile nella multimedialità del digitale. Abbiamo modificato la T “albero” e cambiato il precedente font in un Sans Serif (in italiano, bastoni, senza grazie) per assicurare una migliore leggibilità anche a dimensioni minime. Abbiamo infine trasposto il tema della cornice, che caratterizza la composizione rigorosa dell’editoria Treccani e che proviene sia dalla cultura razionalista sia dalla tradizione della legatoria, nei motivi a cornice ricorrenti in tutti i nuovi format editoriali dal digitale al cartaceo”.