Co(s)mic death

Il colmo per chi scrive tragedie è quello di morire in modo quasi comico. Stasera scatterà la primavera, eppure è passata già qualche settimana da quando abbiamo cominciato a orientare le antenne verso il sole. Lo faceva anche Eschilo in una giornata del 456 a.C., mentre si godeva il tepore salino fuori dalla sua casa di Gela. Senonché un’aquila, scambiando la sua testa calva per una roccia, gli scagliò una tartaruga in testa, sperando di romperne la corazza per mangiarla…

La primavera ha sempre a che fare con qualcosa nell’aria: l’amore, diceva una vecchia canzone o i pollini che ricamano il cielo. Tutto piomba all’improvviso, nel mezzo di marzo.

Noi ci auguriamo invece che la stagione si “affretti lentamente” ritardando un po’ quella dopo, come fa la tartaruga sullo stemma dei Medici. Per questo l’abbiamo immaginata un po’ acerba, dura a schiudersi. Tra tre mesi saremo testuggini rintanate in carapaci ad aria condizionata. Ma lo stare al riparo dal solleone può avere i suoi vantaggi. Memento Eschilo…