Se pensiamo a Giorgio Armani, ci viene in mente l’immagine di un fantino al dressage, che ha saputo addestrare il suo cavallo, il tempo, nell’arte dell’anticipo.
Alla fine degli anni ’70, quel Giorgio che lavorava alla Rinascente aveva capito che, a breve, le città sarebbero state popolate da uomini e donne in galoppante carriera: avrebbero riempito uffici, ristoranti e metrò con i loro taccuini, i caffè di fretta al bancone e le corse tra un appuntamento e l’altro. Una divisa, ecco quello che ci voleva; ma che non peccasse di allure. Così Giorgio Armani investe tutta la sua creatività nel valorizzare donne e uomini, senza concedere citazioni troppo esplicite al sesso di appartenenza. Il tempo, del resto, stava aprendo la carriera anche alle prime e la formalità disinibita era il giusto modo per far presente che si era sullo stesso piano.
Tutto questo, per creare la degna cornice a introdurre un solo indumento: la giacca destrutturata di Armani, che non ha bisogno di altre spiegazioni. Del resto, Re Giorgio e la sua eleganza, fatta di rigore ed essenzialità, non hanno mai risentito del tempo. Basta solo dire che è ancora lì, da quando gli appuntamenti e i contatti di lavoro erano gestiti da una rubrica telefonica, magari riposta proprio in una tasca, che abbiamo trasformato in pochette interpretando, auspicabilmente, lo stile Armani.
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San Benedetto