Si narra che il lancio del famoso cioccolatino è stato accompagnato da una vera e propria iniziativa di urban marketing: Gianduja scende in piazza durante il Carnevale di Torino e lancia i cioccolatini alla folla. Erano già incartati nella famosa velatura d’oro e, chissà, forse si saranno ispirati ai codici miniati a riposo nelle abbazie piemontesi, gli stessi che cercava Guglielmo da Baskerville ne «Il nome della rosa».
I maestri pasticceri torinesi ci scuseranno se denudiamo il famoso cioccolatino dalla sua confezione così avanguardistica. Noi lo vediamo a passeggio, portato da mani eleganti, magari sotto i portici di Via Po. Entra in uno dei famosi caffè della città e ordina un bicerin.
Ai tavoli trova Cesare Pavese, Giulio Einaudi e magari anche Felice Casorati in una sacra conversazione. Si siede insieme a loro. Ma questo è l’inizio di un’altra storia, molto golosa, segretamente custodita in una borsetta da signora…
Onomastico: San Romano di Condat
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