Milano, fine Ottocento. Edoardo Bianchi perde la mamma e il papà a 4 anni; entra in orfanotrofio, ma non ci resterà per molto. Otto anni era l’età minima per lavorare e così Edoardo diventa un giovane apprendista nella bottega di un fabbro. Con quei ferri, creerà poi il suo impero.
Francia, anni ’30. Champion è un bimbo anche lui orfano: la nonna tenta di consolarlo con un cagnolino, che però pare non funzionare. Solo un triciclo sembra riaccendere in lui l’entusiasmo: infatti, Champion pedalerà fino alla corsa per eccellenza, il Tour de France.
La prima è una storia vera, la seconda di fantasia: si tratta del soggetto di “Les Triplettes de Belleville”, film animato presentato fuori concorso al 56esimo Festival di Cannes e poi candidato agli Oscar. Abbiamo fatto, insomma, un impasto di biciclette, ma siamo certi di aver usato i giusti ingredienti. Nel cartone animato Champion è inconfondibilmente una caricatura di Fausto Coppi: lo stesso che trionferà al Tour del ’49, proprio in sella a una bicicletta Bianchi.
Quell’impasto ci serviva per parlare di possibilità e di traguardi. Anche se la partenza, come è stato per Edoardo e Champion, può sembrare amara.
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Sant’Alessio