1954, un giovane ragazzone romano siede a tavola: ci prova, a mangiare latte e mostarda, ma sarà il piatto di pasta a vincere la battaglia. Sappiamo cosa disse Nando Mericoni-Sordi a quel ‘maccarone’ che aveva osato provocarlo… Ma non è solo la pasta ad attrarci; ogni tanto, lo fa anche la nostra lingua. Il merito di “Un americano a Roma” è stato l’aver messo in luce vizi e virtù degli italiani. E lo scolapasta di Nando, oggi, è capovolto proprio a illuminarne uno tra questi: l’esterofilia linguistica.
Strano, siamo gli stessi che, pochi anni dopo il film di Sordi (nel ’57), avevamo deciso che quel “Supermarket” sull’insegna di una nota catena della g.d.o. non ci piaceva. Sarà la “s” “lunga” a fare la differenza (e tutto grazie a un’insegna).
L’italiano è l’imbattuto campione di inglese maccheronico? Beh, la locuzione nasce in casa nostra e a pagarne il conto era il latino, tanto da spingere un monaco del ‘500 a scrivere le “Maccheronee”: un poemetto sui suoi usi ‘et’ abusi.
Caro Alberto, festeggiamo il tuo compleanno con questo pamphlet, pronto a esser srotolato agli amici anglofoni, quando ce ne sarà il bisogno. Saranno loro, allora, a dover rispondere con un “Orrait orrait!”, degno del tuo buon Nando.
Onomastico:
San Vito Martire