Conan Doyle passò tutta la vita prigioniero di un cruccio: raggiunse la fama con Sherlock Holmes, ma avrebbe preferito esser riconosciuto dal mondo come autore di romanzi storici. L’astio letterario era tale che a un certo punto decise di uccidere il suo personaggio; per poi ripensarci un romanzo dopo. In maniera velatamente analoga, abbiamo buone ragioni per credere che nelle prime righe di ogni biografia di Ennio Morricone, leggerete sempre queste due fumanti parole: ‘spaghetti’ e ‘western’.
In quarant’anni di carriera, il compositore ha scritto oltre quattrocento colonne sonore; l’Oscar, poi, non è arrivato grazie alla collaborazione con Sergio Leone, ma con “The Hateful Eight” di Quentin Tarantino (2016). Scavando ancora nella sua biografia, scopriamo che è stato trombettista jazz e si è formato con il compositore Goffredo Petrassi; a Roma, in gioventù, si lega all’avanguardia musicale più colta ed è tra i fondatori del “Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza”. Un’altra vita musicale che ora, forse, avrà tutto il tempo di assecondare.
Lo immaginiamo ancora là, nello studio di Piazza Venezia, la sua botola nascosta dal mondo da ben due porte. Lì dentro, lo si sarebbe visto scrivere sempre rigorosamente a mano. Lo spartito è pronto e siamo certi che, dovunque sia ora Ennio Morricone, avrà sempre buon vento.
Onomastico:
San Leone Magno