Nel 1949, Marilyn Monroe ha 23 anni e il fotografo André de Dienes è con lei sulla battigia di Tobey Beach: lei armeggia un ombrellino a pois tra gli schizzi del mare e, disinvolta, ammicca all’obbiettivo.
La giovane si era appena spogliata del nome di battesimo Norma Jane. Ma per varcare la soglia del tempio del cinema, la metamorfosi doveva essere più sottile (e più studiata).
Aiutata dai suoi agenti, lavora su tre aspetti: il make-up, l’abbigliamento e l’atteggiamento. I capelli diventano color platino e raggiungono la nota lunghezza fissa (nel servizio di De Dienes, invece, sono ancora più lunghi e color miele). Il viso acquisirà il tono eterno di porcellana: è la tavolozza perfetta per far risaltare le labbra, spesso rosse, il neo e le ciglia finte.
Cosa impariamo da questa storia? Che dietro un’identità di successo c’è sempre una miscela magica di struttura fisica e comportamento. E il trucco, se ben studiato, valorizza il tutto!
Onomastico:
San Giustino