Il 24 luglio 1949 Fausto Coppi vince il Tour de France

Quel giorno Fausto Coppi entra nella storia: non solo perché arriva primo davanti a una platea di ciclisti di mezza Europa; perché taglia il traguardo con 12 minuti di anticipo; perché batte il toscano più temuto (e non stiamo parlando di sigari). Ma perché è il primo corridore nella storia a vincere Giro d’Italia e Tour de France nello stesso anno. Galeotto fu il ’49. Ma galeotto è stato anche quel famoso scambio di borraccia tra lui e il buon Gino di qualche giro dopo. Non si è ancora risaliti a chi fece la prima mossa; quello che a noi interessa è, piuttosto, la proprietà osmotica. Per questo, in omaggio a quello scambio epico di liquidi, il minimo che possiamo fare è facilitarlo, travestendoci – al bisogno – da idraulico. Onomastico: Santa Cristina

Il 23 luglio 1982 l’International Whaling Commission (IWC) decide di porre fine alla caccia alle balene 

Sembra che la prima versione di “Moby Dick” (1851) di Herman Melville sia stata corrotta da una serie di errori di copiatura e passaggi di mano. Il risultato è stato che il racconto più famoso a tema balena di tutti i tempi, sia stato – sin dall’inizio – un vero e proprio guazzabuglio editoriale. La parola, anche quella scritta, pecca infatti di una cosa: è sempre interpretabile. Così, il Giappone, può decidere di interpretare ‘liberamente’ una deroga contenuta nel documento del 1982 che regolava la caccia alle balene: vietata per scopi commerciali, ma consentita per quelli scientifici. Un vizio di forma che è stato all’origine di anni di cacce non autorizzate e di richiami diplomatici all’impero del Sol Levante, mossi in primis dall’Australia. Arriva però qualche elemento che ci fa capire quale delle due versioni fosse la più ‘aderente’ al vero: nel 2019 il Giappone abbandona la Commissione per la salvaguardia delle balene. Se le parole non sempre sono inequivocabili, i gesti, forse, lo fanno molto meglio. E hanno quella straordinaria capacità di riuscirci in un baleno. Riavvolgiamo il nastro!… Onomastico: Santa Brigida

Il 22 luglio 1933 Wiley Post diventa la prima persona a volare in solitaria intorno al globo

La lingua inglese ci ha regalato una parola straordinariamente evocativa. Questa è cutting-edge e Wiley Post è una di quelle persone che ha operato più di qualche taglio. Il primo è alle condizioni di volo: un pezzo di metallo fendente lo colpisce in viso nel 1926, facendogli perdere l’uso dell’occhio sinistro. Non ci hanno insegnato che il primo presupposto per esser piloti è una vista da falco? Wiley si era già spinto oltre il bordo. Il secondo è il più noto: il volo in solitaria intorno al mondo in 7 giorni, 18 ore e 49 minuti. Il terzo, sono le tecnologie. Non soddisfatto di questi successi, Wiley voleva volare ad alta quota: ma per sollevarsi a 30.000 piedi da terra, c’era bisogno di una tuta pressurizzata che ancora non esisteva. Così, il primo ‘scafandro’ per il cielo è stato inventato per lui e per i suoi tentativi di volo. Wiley perderà la vita a 36 anni, mentre era sulle montagne dell’Alaska, deciso ad arrivare in Siberia. Purtroppo, la precisione del taglio non sempre è chirurgica, ma ciò non toglie che le sue imprese siano state decisamente sharp-edged: tutte a spigoli vivi. Onomastico: Santa Maria Maddalena

Il 21 luglio 1899 nasce Ernest Hemingway

“Il vecchio e il mare” è l’ultimo romanzo che scrive Hemingway prima di vincere il Premio Pulitzer e poi il Nobel, rispettivamente nel 1953 e nel ’54. È un racconto amaro, che ha quel tono pruriginoso di quando inoculiamo, per sbaglio, l’acqua salata: Santiago è un vecchio pescatore e da 84 giorni le sue lenze tornano su vuote. Alla fine, dopo tre giorni di lotta, riesce ad agganciare un grande pesce marlin. Ma nel tragitto non aveva fatto i conti con un terzo incomodo, perché il pesce sarà mangiato dagli squali. Ne rimarrà solo la lisca, lo stesso quadro desolante della sua vita, dove tutto sembra scarnificato: l’età, le vecchie mani, ovvio, anche le speranze. Viva però è l’iride che, come ci dice Hemingway, conserva ancora il colore del mare. E anche il suo infallibile stoicismo, più resistente di un filo da pesca. Ora, avviciniamoci a una culla, in una giornata di luglio del 1899; si dice che i bambini appena nati riescano a vedere a una distanza di 25 centimetri. Abbiamo così provato a disegnare il panorama visivo dei primi giorni del piccolo Ernest: una “Festa Mobile” (come titola la sua autobiografia) che avrà sicuramente lanciato un qualche amo alla sua immaginazione. Onomastico: San Lorenzo da Brindisi

Il 20 luglio 1865 viene istituito il Corpo delle Capitanerie di Porto 

Nel romanzo “L’età del dubbio”, la penna di Andrea Camilleri ci presenta Laura Belladonna, una giovane ufficiale della Capitaneria del Porto di Vigata: è lei la fonte dei dubbi di Salvo Montalbano e chissà se avrebbe mai fatto carriera… Nella realtà, questo succede l’anno successivo la pubblicazione del romanzo, nel 2009. Finalmente, tre donne prendono da sole il timone dei porti di Golfo Aranci, Maratea e Monopoli, dopo oltre un secolo e mezzo dalla fondazione del Corpo. Andrea Camilleri, che comincia a scrivere Montalbano all’alba dei ’70, ci insegna anche un’altra cosa: meglio tardi che mai. Il primo libro della saga che lo ha reso un autore cult si intitola “La forma dell’acqua”, forma che per noi, oggi, è quella di un maquillage vestito alla marinara. Per ribadire solo una cosa: lo smalto rosso tiene sempre bene, sopra e sottocoperta. Onomastico Sant’Apollinare

Il 19 luglio 1986 con il concerto hip hop dei Run-DMC le sneakers divennero di tendenza 

I Run-DMC sono stati il primo gruppo nella storia del rap ad aver vinto un disco d’oro. Se sei cresciuto nel Queens, il fatto di poterti esibire in quel tempio della musica che è il Madison Square Garden è già un ottimo risultato. Ma la vera volpe di quel concerto è stato il manager del gruppo, che chiese ed ottenne un posto in prima fila per i vertici dell’Adidas: una delle hit dei Run, infatti, racconta la scalata al successo attraverso un paio di fedelissime sneakers. Così, quando il cantante intonò “My Adidas” facendo roteare la sua sulla testa, nel giro di qualche minuto tutta la platea faceva la stessa cosa. Fu una ricaduta commerciale positiva per tutti: per il brand e per i musicisti. Il testo di “My Adidas” ci dice però anche un’altra cosa, e cioè che l’abito non sempre fa il monaco: scrivono, ad esempio, che il fatto di indossare le sneakers senza lacci per i sobborghi di New York non faceva di loro dei delinquenti (le scarpe dei galeotti infatti, sono sempre senza lacci). Ancora il “New York Times” racconta che i loro concerti erano un megafono di messaggi positivi, come il fatto di urlare al pubblico giovane di “preferire la scuola alle droghe”. Non dimentichiamo che gli anni ’80 erano quelli dell’AIDS e, l’eroina, il suo volano. Il termine “sneakers” indica il passo silenzioso di chi si avvicina a qualcuno senza far rumore. Ma quelle dei Run-DMC hanno fatto esattamente il contrario, e lo hanno fatto bene. Ecco perché le nostre scarpe si dissimulano disinvolte sotto forma di prese per il telefono: se questo è il messaggio, attendono solo una chiamata sul palco. Onomastico: San Simmaco

Il 18 luglio 1938 Douglas Corrigan arriva in Irlanda da New York, ma sarebbe dovuto atterrare in California

Il giorno prima sei il meccanico di Charles Lindbergh (il primo pilota nella storia ad aver sorvolato l’Atlantico) e qualche tempo dopo il “New York Post” ti accoglie con un “Salve ‘Wrong Way’ Corrigan” in prima pagina: anche le lettere, per l’occasione, si erano posate sulla carta al contrario. Ma perché? Invertiamo anche noi la rotta e raccontiamo questa storia: il 17 luglio 1938 Corrigan decolla da New York puntando verso la West Coast. Per dovere di cronaca, dobbiamo far presente che il suo biplano era come questo qui sopra: un volenteroso accrocage. Ventotto ore dopo, Corrigan atterra a Dublino e qui, con aria da primo uomo sulla Luna, si presenta con un “sono appena arrivato da New York. Dove sono?”. Si difende dando la colpa alla bussola impazzita e alla visibilità offuscata, ma le autorità non gli credono (del resto, già in passato, era stato pizzicato ad osare troppo). Tornerà in America senza licenza e in nave. Il colmo per un pilota, si direbbe; invece, fu vera gloria. Dopo questo episodio, ‘Wrong Way’ Corrigan scriverà un’autobiografia, lancerà una linea di orologi (con le lancette rigorosamente al contrario) e otterrà una parte in un film di Hollywood. Se siamo stati abituati a pensare che tutti i nodi vengano al pettine, questa storia è la dovuta eccezione che conferma la regola. Anche se voli con ‘pezzi’ – ops, mezzi – di fortuna. Onomastico: Sant’Emiliano

Il 17 luglio 1865 nasce Edoardo Bianchi fondatore dell’omonima ditta

Milano, fine Ottocento. Edoardo Bianchi perde la mamma e il papà a 4 anni; entra in orfanotrofio, ma non ci resterà per molto. Otto anni era l’età minima per lavorare e così Edoardo diventa un giovane apprendista nella bottega di un fabbro. Con quei ferri, creerà poi il suo impero. Francia, anni ’30. Champion è un bimbo anche lui orfano: la nonna tenta di consolarlo con un cagnolino, che però pare non funzionare. Solo un triciclo sembra riaccendere in lui l’entusiasmo: infatti, Champion pedalerà fino alla corsa per eccellenza, il Tour de France. La prima è una storia vera, la seconda di fantasia: si tratta del soggetto di “Les Triplettes de Belleville”, film animato presentato fuori concorso al 56esimo Festival di Cannes e poi candidato agli Oscar. Abbiamo fatto, insomma, un impasto di biciclette, ma siamo certi di aver usato i giusti ingredienti. Nel cartone animato Champion è inconfondibilmente una caricatura di Fausto Coppi: lo stesso che trionferà al Tour del ’49, proprio in sella a una bicicletta Bianchi. Quell’impasto ci serviva per parlare di possibilità e di traguardi. Anche se la partenza, come è stato per Edoardo e Champion, può sembrare amara. Onomastico Sant’Alessio

Il 16 luglio 1661 la banca centrale svedese “Stockholm Banco” emette le prime banconote

Il problema, fondamentalmente, era il peso del rame. Cosa poteva essere, per una persona del Seicento, portare un tallero di rame nelle tasche? Nulla, a vederlo con gli occhi di oggi. Ma il nostro guardaroba è sgombro da corazze, gorgiere e altre scenografie ambulanti; ecco allora che un tallero in rame poteva diventare un problema non banale, soprattutto se paragonato al più leggero e prezioso argento. Abbiamo un po’ scherzato, ma fondamentalmente ciò che spinse la banca svedese a introdurre la carta moneta è qualcosa che non si discosta molto da ciò che vi abbiamo raccontato: un modo per chiudere un derby tra un metallo e l’altro. Eppure meno pregiato, non sempre vuol dire meno fortunato: si pensi solo al Mercante di Venezia, dove Bassanio riesce a sposare Porzia proprio perché sceglie un cofanetto in piombo, scartando quelli in oro e in argento. Ma torniamo in Svezia dove, per qualche tempo, i cittadini di Stoccolma poterono dunque girare con la carta nelle tasche. L’esperimento durò poco: questo sistema portò a stampare e a concedere più prestiti di quanto ci si poteva permettere. Un’illusione di leggerezza (e di risorse infinite) che sicuramente non avrebbe dato il pesante rame. Un po’ come quello che sta succedendo oggi con la moneta digitale, dove quel plus vincente è sempre l’incorporeità. Il risultato? Banconote e monete stanno velocemente slittando via. Ma altrettanto potrebbero fare i nostri risparmi: l’incorporeità, come ci insegna questa storia, non sempre paga. Onomastico Santa Maria Maddalena Postel

Il 15 luglio 2006 Jack Dorsey lancia Twitter

Quest’anno Twitter compie quindici anni, eppure il mondo dei new media non è lo stesso di quando è nato: oggi siamo più confortevoli, tra le trame digitali, se indossiamo un vestito fatto di video o di immagini. Twitter è rimasto, insomma, l’unico avamposto della parola. In realtà anche Facebook lo è, ma il social fondato da Jack Dorsey è l’unico posto dove riesce a mantenersi smilza e nerboruta. Beppe Severgnini, sul Corriere della Sera, ha paragonato Twitter a un condor: questo per la violenza con cui si scaglia con la sua parola, quando è mal posta. A noi, con quello sbattere velocissimo delle ali, fa pensare piuttosto a un colibrì: la sua home ci scorre davanti come sanno fare forse solo i titoli del Dow Jones. Ma anche se è l’uccello più piccolo, questo non vuol dire che non deponga anche lui le sue uova. E anzi, ci sembrano decisamente copiose: la metà delle dichiarazioni istituzionali o politiche hanno spesso una sola fonte, Twitter. Qualcuno poi, riesce anche a romperle nel paniere: ed ecco che scatta la lavanda gastrica forzata (come è successo al penultimo presidente americano). Avrà funzionato come filtro anti-spreco-di-parole? Non lo sappiamo. Per il momento vediamo solo un uccellino che ha fatto indigestione. Tutti gli ‘epic fail’ dei social media, in fondo, ci insegnano solo una cosa: il dado è sempre tratto e cancellare non è mai poca cosa. Onomastico San Bonaventura da Bagnoregio