Il significato della Pasqua nella tradizione cristiana è la luce che sconfigge le tenebre. Se c’è luce, c’è vita e lo dimostra Gesù, che ha camminato nel mondo e nelle intemperie della sua notte.
Nella sua umiltà quotidiana, l’uovo è invece una metafora straordinaria, perché contiene la vita come in provetta. Se ci pensiamo bene, quali altri oggetti che ci circondano possiedono una tale forza evocativa? Non a caso, l’uovo “sta” sempre in posizione isolata in molte delle immagini create dall’uomo. Piero della Francesca lo fa pendere sulla testa della Vergine e il Bambino. In un Diego Velázquez senza solennità, invece, siamo in una stamberga seicentesca dove c’è una donna che frigge le uova: l’unico elemento che abbaglia sullo sfondo buio è un uovo, tenuto da una mano rugosa, ma ferma.
Salvator Dalì ci va talmente vicino da sfiorare il didascalico: nella sua “Aurora” vediamo un uovo che si schiude e il tuorlo a fare le veci del sole.
Planando da queste alte vette, atterriamo ora sul nostro nido domestico. Fiat lux, recita la Genesi; noi ci stiamo organizzando (e con tutti i cavi del mestiere).
Buona Pasqua. E che ci sia un nido per ognuno di voi.