Il 18 dicembre 1737 muore Antonio Stradivari

I primi violini di Antonio Stradivari si chiamavano “amatizzati” e, a dispetto del nome, non era in ballo l’amore; al tempo il giovane viveva sotto l’ombra del suo maestro Nicola Amati. Solo alla sua morte i violini potranno essere firmati con “Antonius Stradivarius Cremonensis Faciebat”, la famosa dicitura che ancora oggi ne decreta il valore. Di un amore ambiguo era anche il legame di Mozart con il violino: era lo strumento del padre, ma tra i due il rapporto non era idilliaco. Nella “Sinfonia concertante per violino, viola e orchestra”, Mozart si raccomanda di accordare la viola mezzotono sopra, lasciando il secondo in bemolle (quindi un mezzotono più basso); questo, forse, vale più di ogni razionale spiegazione. E cosa dire del ‘900, quando Man Ray trasforma il corpo della sua amata Kiki in un violino?. Fece questo semplicemente disegnando sulla schiena della giovane quelle due “f”, introdotte proprio da Stradivari. Pare però che sempre di amore si trattasse: per Ingres (il pittore a cui è intitolata la fotografia), non c’era infatti cosa più grande del suo rapporto con questo strumento. Ma se la memoria non ci inganna, il primo verbo del Surrealismo è proprio l’ambiguo. Che, però, continua ad avere fascino per il suo esser non rettilineo: proprio come gli strumenti che compongono il nostro violino. Onomastico: San Malachia Profeta

Il 17 dicembre, nell’antica Roma, iniziavano i Saturnali

Se fossimo vissuti nell’antica Roma, da oggi sarebbe stata festa grossa. La stagione è improvvida (le giornate, del resto, sono le più corte dell’anno), così come scarso è il raccolto. Per questo, fino al 23 dicembre era il tempo della spirale liberatoria, tanto che si viveva come se il mondo fosse alla rovescia: i padroni preparavano banchetti agli schiavi, ci si scambiavano i regali e si poteva giocare ai dadi (che erano banditi tutti gli altri giorni dell’anno). Saturno era il dio della semina e, nella paura che le anime dei defunti infestassero i raccolti, si organizzavano processioni propiziatorie. La parola d’ordine era fasto matto e, tra cembali e tamburi, iniziava anche il carnevale. Le maschere, dal canto loro, dovevano essere abbastanza mostruose da inibire gli spiritelli ondivaghi. Sembra che i nostri antenati si erano organizzati proprio in tutto, pur di scongiurare l’apertura del vaso di Pandora… Onomastico: San Daniele Profeta

Il 16 dicembre 1937: fuga da Alcatraz

Questa fuga è avvenuta prima di quella del 1962 resa famosa dal film di Clint Eastwood. Ma vicende ed esiti sono molto simili: lime e oggetti appuntiti per bucare la fortezza, vecchi pneumatici come zattere, nessuna notizia dei fuggitivi: persi o sopravvissuti tra i banchi di nebbia di San Francisco. Un banco, però, è anche una forma di aggregazione animale, che non ha altro scopo se non la sopravvivenza. Non c’è alcuna relazione tra i pesci che decidono di regalarci le loro giravolte alla “Cirque du Soleil” in mare: solo un freddissimo e studiato tentativo di abbagliare il predatore. Nel banco non c’è un capo e i rapporti di sudditanza non sono di casa. È un po’ la stessa relazione che ha legato i cinque detenuti che sono riusciti a scavalcare la prigione. Che dire invece del branco? Stessa moltitudine, una consonante in più, eppure tutto cambia. Il branco segue la corrente, il banco fa la corrente. Se il primo è cieco, il secondo ci vede benissimo, ed è fuggito da Alcatraz. Il diavolo, come sempre, è tagliente ed è nei dettagli (compresi quelli ittici). Onomastico: San Davide, Re e Profeta

Il 15 dicembre 1903 viene brevettato il cono gelato

Italo Marchioni era un immigrato italiano che lavorava a Wall Street, vendendo gelati. L’attività andava a gonfie vele, ma c’era il problema del vuoto a ‘perdere’ di coppette e contenitori: se non venivano rotte dai clienti, dovevano essere lavate e trasportate, con evidente spreco di tempo. Così, Italo Marchiony (nome già americanizzato), il 15 dicembre del 1903 presenta il brevetto di uno stampo per cialde commestibili. Quando a Manhattan, in quegli anni, qualcuno sentiva pronunciare la parola “toot” vicino a un carretto di gelato, voleva dire che c’era un italiano che esortava a mangiarlo “tutto”, appunto. Questo gelato, però, restò appiccicato all’inventore con un retrogusto amaro: subito dopo il brevetto, ci furono cause e dispute sulla paternità di questa invenzione. Querelle da azzeccagarbugli che, ormai, saranno state appallottolate a mo’ di carta straccia: tra gli oggetti di design del MoMA, infatti, ci sono solo Italo e il suo cono. Onomastico: San Valeriano

Il 14 dicembre 1782 è il primo volo della nuova invenzione dei fratelli Montgolfier 

La prima idea di un pallone aerostatico la troviamo, in realtà, molto più lontano: era il 1670 e padre Francesco Lana ideò un dispositivo più leggero dell’aria. Il gesuita lasciava anche scritto che, se ci fossero state migliorie alla sua intuizione, sarebbe stato felice di accoglierle; ma contemporaneamente si augurava che Dio lasciasse la sua fantasia come tale: quale sconquasso poteva creare l’atterraggio di genti straniere tra le piazze delle città? L’Inquisizione, infatti, non gliela fece passar liscia, così come a un suo collega spagnolo che ci provò circa un secolo dopo… “Chiunque sia a conoscenza di questo oggetto capirebbe che è un evidente fallimento”: ecco un altro pregiudizio spinoso e, a farne le spese, è stata la lampadina di Thomas Edison (siamo nel 1880 e la frase è di Henry Morton, presidente dello Stevens Institute of Technology). Ecco il viaggio nel tempo di un’idea: al decollo tutto bene, ma l’atterraggio sarà altrettanto lieve? Tempi e idee devono esser fertili. Onomastico: San Giovanni della Croce

Il 13 dicembre 1250 muore Federico II di Svevia 

Per raccontare a distanza di quasi 800 anni una biografia come quella di Federico II di Svevia, ci viene in mente l’amico di Lucio Battisti, quello che in ogni occasione sapeva cosa fare e, cacciavite alla mano, faceva miracoli. Innanzitutto era un genio: Federico sapeva governare, immaginare edifici (pensiamo solo a Castel del Monte), così come scrivere trattati suifalchi. Ha evitato le buche grazie alla sapiente arte della diplomazia: quando non poté più rimandare la crociata promessa al Papa, invece che guerreggiare scese a patti con il sultano d’Egitto in virtù del fatto che parlava l’arabo. Tra una trattativa e l’altra, filosofeggiava con i dotti islamici, tra lo sdegno degli integralisti di entrambe le parti. In ogni caso, durante il suo regno tutti i cristiani ebbero libero accesso a Gerusalemme. Nel dopolavoro viaggiava anche lui dolcemente: non solo fondando la “Scuola Poetica Siciliana”, ma anche lasciandoci i suoi versi d’amore. Potremmo continuare ancora per molto, ad esempio raccontando di quando, nel 1224, istituì a Napoli la prima università statale per dotare il suo regno di giuristi (sempre di manutenzione si trattava, anche se della macchina pubblica). Ci fermiamo qui, non nascondendo un po’ di rammarico. Dopo di lui, il Sud non avrà più uno “stupor mundi” (così veniva chiamato) e un sovrano così affezionato. Un po’ più prosaicamente ci verrebbe anche da dire che era cascato a fagiolo, per il Sud e il suo regno… Onomastico: Santa Lucia

Il 12 dicembre 1915 nasce Frank Sinatra 

Se dovessimo cercare una sola e unica parola per descrivere Frank Sinatra, questa arriverebbe da sola, come fanno i fumi dei tombini di New York. E questa, non potrebbe che essere “americana”: che la sua sia stata un’epopea o una pastorale, la sua carriera è stata all’insegna dell’ampiezza che è, senza dubbio, la più franca caratteristica americana. Sordo da un orecchio e figlio della provincia (per di più di immigrati italiani), il piccolo Sinatra arriva al mondo nel dicembre del 1915. Un’ascesa costellata da scalate, crisi e da tutte le estensioni sonore del caso: dalle malinconie della ballata allo swing. Sinatra “cadde, risorse e giacque” più volte; in fondo aveva origini italiane. Un giornalista del “The New Yorker”, scrive infatti di lui che si dovrebbero sempre considerare il Frank e il Sinatra: due facce della stessa medaglia. A sorpresa scopriamo che “The Voice” era anche pittore; il suo soggetto preferito erano i clown, la maschera che più di tutte dondola tra il riso e il pianto. Ecco come forse si vedeva davvero allo specchio: bastava solo spegnere tutte le luci dei riflettori. Onomastico: Beata Vergine di Guadalupe

11 dicembre: in questi giorni, nel 1956, Italo Calvino iniziava a scrivere “Il barone rampante” 

Cos’è una parentesi? Un modo per prendere fiato dal mondo, o da una frase troppo lunga; può dipendere dai punti di vista. La qual cosa, ci è concessa a patto che si tratti di una sospensione a vista: la pausa dal lavoro, o quel weekend annusato da lontano. La parentesi è perfetta nell’autogestirsi e sa sempre quando è il momento di tornare sul binario.  In questi giorni, nel 1956, a Roma iniziava il Congresso del PCI e Italo Calvino decide di non partecipare; si mette a scrivere “Il barone rampante”. Nel romanzo, il giovane Cosimo Piovasco di Rondò sceglie di trascorrere il resto della sua vita sugli alberi: distante dal mondo, ma non abbastanza da essergli estraneo. E cosa succede quando una parentesi non si chiude? “Conobbe se stesso, perché in verità non s’era mai saputo. E lei conobbe lui e se stessa, perché pur essendosi saputa sempre, mai s’era potuta riconoscere così”. Guardando il mondo a volo d’uccello, Cosimo trova l’amore.  E noi, non avremmo mai sufficienti parole di gratitudine per ringraziare lo scrittore di aver aperto, in quei giorni di dicembre, la sua parentesi dal mondo. Per vedere, bastavano in fondo solo penna e calamaio.  Onomastico:San Damaso I, Papa 

Il 10 dicembre è la “Giornata del caffè sospeso” 

Il professor Bellavista, durante le sue riunioni di condominio condite di filosofia, spiegava agli amici che l’umanità si divide in “uomini d’amore” e “uomini di libertà”. I primi preferiscono il bagno, perché è un appuntamento fisso con l’immaginazione; i secondi non hanno dubbi sulla doccia (funzionale, veloce e poco dispendiosa). Gli uomini d’amore vivono abbracciati; i secondi, addosso, sembrano tollerare solo l’aria. Gli uomini di libertà fanno l’albero di Natale, mentre gli uomini d’amore non potrebbero mai rinunciare al muschio nel presepe. Da questa divisione, De Crescenzo trae una mappa dell’Italia e dell’Europa che sa di trincea guelfa e ghibellina: i due avamposti dello Stivale sono Napoli e Milano. In Europa, invece, sono votati all’ars amatoria gli spagnoli, i greci e gli irlandesi. I francesi un po’ e un po’, mentre su scandinavi, tedeschi e inglesi non c’è dubbio che viga la filosofia dell’albagia. Ora, è un fatto che la tradizione del caffè sospeso da Napoli sia riuscita a conquistare Longobardi, Galli e Alemanni: a Sud come a Nord, si parla infatti sempre più di spesa sospesa e ci è sembrato persino di sentir dire baguette sospesa. Se è la fine dei confini emotivi e cognitivi, allora gli uomini d’amore sono riusciti a trasformare l’Europa in un cocktail in cui convivono tutte le diversità… un bel mondo sospeso, si potrebbe dire. E pensare che tutto è partito da una tazzina di caffè! Onomastico: San Mauro

Il 9 dicembre 1886 nasce Clarence Birdseye, inventore e padre dell’industria del cibo surgelato

Il cibo surgelato esisteva ben prima dell’avvento di questo signore, ma era di qualità talmente scadente che negli Stati Uniti ne proibirono l’uso persino nelle prigioni. Per Clarence Birdseye, tutto ebbe origine dall’osservazione dei pescatori del Labrador, che facevano provviste di mare pensando all’inverno: il pesce era surgelato all’istante e, sotto il ghiaccio, arrivava a punte di -40°; la temperatura che serviva. Ma oltre a inventare il metodo, Birdseye creò, di fatto, l’indotto: grande distribuzione e logistica dovettero reinventarsi in funzione di refrigeratori, consegne veloci e modalità di commercio che fino a quel momento non esistevano (e non è che gli Stati Uniti per estensione geografica siano proprio il Liechtenstein). Se pensiamo alla quantità (e qualità) di cibo surgelato che riempie le nostre pance e le nostre vite, questa storia acquista calore e anche colore… le foglie verdi del nostro pesce, in fin dei conti, sono una buona metafora del “mondo evergreen” che Clarence Birdseye ha saputo immaginare e organizzare. Onomastico: San Siro