Il 25 settembre 1976 un gruppo di ragazzi irlandesi risponde a un annuncio su una bacheca: diventeranno gli U2

Per un adolescente, l’inizio dell’anno scolastico è anche il momento di iniziare a capire cosa farne, del tempo, fino all’estate. Il pub, i dischi, i flirt, certo; però meglio tentare di mangiarsi le ore con l’amplificatore. Così, il quindicenne Larry Mullen scrive un annuncio sulla bacheca della sua scuola a Dublino; comunica che c’è un batterista disponibile a formare una band. Risponderanno in 6, e tra questi ci saranno tutti gli altri tre membri dei futuri U2. Nessuno di loro ha grandissime capacità musicali; del resto, non c’è garage nella storia del rock che non si sia disperato per il suono delle prime prove. Ma questo è solo l’inizio della storia.

Il resto, è tutto nel rullante di “Sunday Bloody Sunday”: una marcia che riesce ancora (alla vigilia dei suoi 40), a passare al setaccio lo sbigottimento che ci assale al cospetto di qualcosa che non riusciamo a spiegare, ma che ci sembra abbia dentro della violenza. E in omaggio alla cattolica Irlanda, non ci resta che dire: “ascoltare, per credere”.

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San Firmino