Nei libri d’ore medievali c’era una sezione libera dai doveri devozionali. In gergo tecnico questi piccoli disegni venivano chiamati “Marginalia” ed erano il libero antro della fantasia del decoratore. Tra le immagini più strambe e popolari c’era quella di un cavaliere in duello contro una chiocciola; e, fatto ancora più buffo, non era l’animale a perdere. La cosa ha attirato un ventaglio di interpretazioni: attenzione al parassita dell’orto, un monito contro gli arrampicatori sociali, la guerra senza speranza dei poveri verso i ricchi, o contro i Longobardi. Gli studiosi hanno parlato di un simbolo troppo invischiato nei bassifondi quotidiani per sposarsi con un unico e innegabile significato.
Nell’informatica la chiocciola connette. Ma il segno moderno arriva dal commercio e dai libri paga e indicava che un certo prodotto era venduto “at the price of”. A pensarci bene, è un’evocazione che calza perfettamente con il mese di novembre: tempo di Black Friday e di una certa libidine dell’acquirente.
Saremo un po’ i Lancillotti di questi tornei tra le cyborg folle. E forse, come i nostri avi, perderemo il duello e il senno. Proprio nessuno resisterà all’ineluttabile canto del “price” della chiocciola: sarà corsa all’affare, anche se dovesse manifestarsi sotto forma di calzino, color tappezzeria della nonna. Chi vuole scommettere?