Questo periodo dell’anno è sempre un po’ di cerniera. Il solleone fa ancora angolo retto, eppure gli appuntamenti dell’anno che riparte proiettano un’ombra lunga ben più interessante.
La 79. Mostra del Cinema di Venezia aprirà mercoledì 31 agosto. Ma anche se fa novanta (correva infatti l’anno 1932), non sta glissando le sue domande: sceneggiature scritte da un ghostwriter chiamato algoritmo, fast and furios della quantità e sale sostituite da i-pad. Questi alcuni crucci del settore.
Eppure, se di fine agosto e momenti di passaggio si parla, allora si fa largo madame arena. Anche questa estate ha portato il cinema in piazze sconosciute e d’ordinanza; ha accolto viandanti vacanzieri e cittadini, soli e in combriccola. È stata insomma una generosa locandiera di immagini. Francis Ford Coppola a 82 anni spera che il cinema ce la farà; del resto è già successo al teatro di Sofocle e di Euripide. Walter Benjamin nel 1936 profetizzava un’epoca in cui saremmo stati approvvigionati d’immagini: sarebbero arrivate in casa “come l’acqua o l’elettricità”. È successo puntualmente. Lo studioso in realtà un po’ ce l’aveva con il cinema, ne temeva distrazione e divismo; ma oggi lo chiamiamo settima arte. Per rimanere tale, come qualcosa che irrompe e lascia la sua scia, ha bisogno di un mezzo e di un messaggio.
Ai registi la possibilità di disegnarlo liberamente. A noi spettatori la scelta di non cancellarlo. La partita è aperta e a tutti non resta che sedersi comodi.