Per dare un’idea di quanto sia diffuso il culto del vino in Italia, partiamo da un’assenza: pare che solo la provincia di Cremona non sia interessata da un’attività vinicola di una certa rilevanza.
Eppure, se l’ambasciatore dell’ebbrezza dionisiaca è arrivato fino a noi, il ‘grazie’ se ne sta acquattato nell’angolo più inaspettato. Ma facciamo un passo indietro ai primi secoli d.C., quando le invasioni barbariche avevano spazzato via anche le attività agricole dell’Impero Romano. Accadde così che la viticoltura venne salvata dentro le abbazie benedettine: quel nettare, infatti, era fondamentale per l’Eucarestia. Ma non è tutto. San Benedetto (prima che monaco, uomo di mondo) aveva intuito l’importanza che un distillato di ebbrezza poteva apportare a qualsiasi società organizzata, a partire proprio dalla più piccola. Ecco dunque che nella “Regola” (dopo aver preso le distanze dal vino in quanto monaco ‘senior’), riconosce che con i più giovani è impossibile ragionarci; per cui, vada per un po’ di vino, ma senza esserne “sazi”.
Varrà lo stesso per i tour enogastronomici d’autunno? Chissà. Intanto ci armiamo di spazzole e lustrascarpe. Che sia tutto a puntino per intraprendere questo cammino “di-vino”, cercando di arrivarci lucidi!
Onomastico:
San Nicola da Tolentino