Il giorno prima sei il meccanico di Charles Lindbergh (il primo pilota nella storia ad aver sorvolato l’Atlantico) e qualche tempo dopo il “New York Post” ti accoglie con un “Salve ‘Wrong Way’ Corrigan” in prima pagina: anche le lettere, per l’occasione, si erano posate sulla carta al contrario.
Ma perché? Invertiamo anche noi la rotta e raccontiamo questa storia: il 17 luglio 1938 Corrigan decolla da New York puntando verso la West Coast. Per dovere di cronaca, dobbiamo far presente che il suo biplano era come questo qui sopra: un volenteroso accrocage. Ventotto ore dopo, Corrigan atterra a Dublino e qui, con aria da primo uomo sulla Luna, si presenta con un “sono appena arrivato da New York. Dove sono?”. Si difende dando la colpa alla bussola impazzita e alla visibilità offuscata, ma le autorità non gli credono (del resto, già in passato, era stato pizzicato ad osare troppo). Tornerà in America senza licenza e in nave. Il colmo per un pilota, si direbbe; invece, fu vera gloria. Dopo questo episodio, ‘Wrong Way’ Corrigan scriverà un’autobiografia, lancerà una linea di orologi (con le lancette rigorosamente al contrario) e otterrà una parte in un film di Hollywood.
Se siamo stati abituati a pensare che tutti i nodi vengano al pettine, questa storia è la dovuta eccezione che conferma la regola. Anche se voli con ‘pezzi’ – ops, mezzi – di fortuna.
Onomastico:
Sant’Emiliano