Treccani

Quando il futuro non tradisce la storia

L’Enciclopedia Italiana di scienze, lettere ed arti, comunemente nota come La Treccani, è la più famosa enciclopedia in lingua italiana, edita a cura dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana, fondato a Roma il 18 febbraio 1925 da Giovanni Treccani e Giovanni Gentile. Ancora oggi continua a svolgere quella indispensabile funzione di filtro e di validazione che costituisce il compito più alto di una casa editrice e che rappresenta allo stesso tempo una priorità strategica per la cultura del terzo millennio.
Per noi italiani, “lo dice la Treccani” significa che non ci possono essere dubbi rispetto a un’affermazione perché “certificata” dall’istituzione culturale più importante del Paese. Il marchio Treccani è perciò riconosciuto, amato, rispettato, ricordato e quindi scelto. È insomma un brand. E richiede interventi che ne valorizzino la contemporaneità.
Il nuovo marchio mantiene i significati del precedente (realizzato da Inarea) conservando i rimandi al libro, alla fonte e all’albero, ma adotta un design che risponde più efficacemente alle esigenze dettate dalle interfacce digitali. In questo senso, anche la tipografia del logotipo impiega un carattere sans serif in luogo del precedente graziato.
La nuova brand identity è incentrata su un unico marchio, in grado di rappresentare ambiti anche molto diversi tra loro (Treccani Reti, Treccani Scuola, Treccani Arte, Treccani Libri, Bottega Treccani ecc.) che rispondono però a una funzione di carattere organizzativo, lontana dall’interesse del pubblico, la cui priorità è invece nell’essere parte del mondo Treccani, indipendentemente dalla scelta di un particolare prodotto o servizio.
Dalla cornice che racchiude la cultura italiana alla finestra sulla contemporaneità e sul futuro del sapere.
Il rebranding ha attinto a piene mani alla storia dell’Istituto. Tutti i volumi delle grandi opere hanno in comune la presenza sulla copertina e sul dorso di cornici, quasi sempre in rilievo e in oro: questo tratto pressoché costante ha acceso un’associazione di idee, riassumibile nel concetto “Treccani, la cornice che racchiude la cultura italiana”.
È stato quindi messo a punto un format in grado di ospitare qualsiasi messaggio. Poiché non è più e solo il libro a veicolare i contenuti, anche il concetto di cornice è stato esteso a quello di “finestra sulla contemporaneità e sul futuro del sapere”: un ritratto molto aderente alla “nuova” Treccani, chiamata a misurarsi con la complessità propria di questa epoca.
Per garantire varietà allo schema compositivo, è stata messa a punto un’articolata palette, composta da sedici colori più il nero (colore tipografico per eccellenza), che permette una quantità straordinaria di combinazioni, sia di colori diversi, sia di colori e immagini (fotografie e illustrazioni).
Un ultimo elemento linguistico caratterizzante è costituito dall’impiego di lettere dell’alfabeto, composte a trama: un omaggio alla tipografia come rimando alla Treccani delle origini, detentrice di cultura “scritta”.