Il Canale di Suez, in realtà, non è una storia così recente. Già i Romani, si erano mostrati abbastanza risoluti nel dare un taglio alla questione trasporti nel Mediterraneo. Peccato però che il loro istmo era parecchio timido, perché si insabbiò durante il periodo bizantino. Ci provò poi Napoleone, ma era stato consigliato male: i suoi scienziati gli dissero che il dislivello tra il Mar Rosso e il Mediterraneo era troppo alto. Arriviamo così al 17 novembre 1869, data che ha inaugurato non solo un passaggio via mare, ma anche una polveriera mondiale. Quasi cento anni dopo, il canale sarà chiuso dal 1967 al 1975: erano gli anni della “Guerra dei Sei giorni”, quella dell’Egitto contro Israele.
A farne le spese, furono 14 navi che rimasero bloccate nel canale per otto anni. La storia, si sa, è fatta di corsi e ricorsi e il canale venne insabbiato per la seconda volta: la flotta arenata era chiamata‘gialla’ perché da lontano aveva assunto la forma di una duna nel deserto. Un effetto morgana? Non proprio. Sulle navi sorse una piccola comunità che si diede da fare: nacquero una chiesa, un campo di calcio e molti momenti di svago.
Infatti, i nostri architetti sono ancora al lavoro, con matite e righelli alla mano: mancano un ristorante, la piscina e la spa di questa crociera sul Mar Rosso. Finché la barca (non) va, lasciala pure stagnare…
Onomastico:
Santa Elisabetta d’Ungheria