E nel 1960 ha scritto Il giorno della civetta. Sciascia ricorda che allora lo Stato non solo si disinteressava alla mafia, ma “esplicitamente la negava”. Sebbene c’erano già dei rapporti giudiziari (il primo del 1875), le opere letterarie erano solo due e ne esaltavano modi, organizzazione sociale e “sentire mafioso”.
Per Sciascia Il giorno della civetta doveva riuscire nel difficile compito di conciliare arte e praticità. Doveva cioè essere un esempio dei suoi effetti nella vita pratica, cristallizzando un episodio che poteva avvenire (o magari era già accaduto), in un piccolo paesino siciliano.
Scartando la strada della denuncia diretta e puntando tutto sulla verosimiglianza (fa un lavoro finissimo per escludere ogni riferimento a fatti e persone), Sciascia produce la prima opera che è riuscita a far luce sul fenomeno.
Abbiamo voluto tradurre questo sforzo, e così omaggiare lo scrittore a cento anni dalla nascita, con la nostra civetta: anche i suoi occhi sembrano due fari nella notte.
Onomastici: San Severino, San Lorenzo Giustiniani
Calendarea 1999, Green Please!