Il Conservatorio di Musica Giuseppe Verdi fu fondato da Napoleone I nel 1807. Il nome riprende il corrispettivo parigino (conservatoire) nell’accezione di “scuola di musica”. Nel corso dell’800 nascono e si consolidano alcune delle tradizioni che avrebbero avuto grande seguito e sviluppo nella storia dell’Istituzione: i concerti aperti al pubblico, i programmi rivolti a compositori contemporanei e l’attenzione riservata agli autori della storia musicale. Obiettivo del Conservatorio è formare strumentisti e compositori sviluppando il potenziale di ogni studente ed è pertanto attento a tutti i linguaggi musicali, fino alla ricerca applicata ai sistemi musicali più innovativi.
Brand e Type design. Un logo che esprime pluralità
Il Conservatorio di Milano è stato il primo in Italia a estendere la propria offerta formativa a tutti gli stili e linguaggi musicali. Inarea ha voluto tradurre questa pluralità in una composizione tipografica che caratterizza il logotipo. Anziché avvalersi di simboli, si è scelto di ricorrere all’immediatezza verbale del nome, Conservatorio di Milano, giocando sulla scelta di caratteri diversi. Le lettere della parola “Conservatorio” sono quindi composte da una molteplicità di stili tipografici a metafora della pluralità musicale nell’offerta formativa. Le parole “di Milano”, fondamentali nel logotipo per la connotazione identitaria dell’Istituzione, sono invece in un unico font per sottolineare l’elemento spaziale che la colloca. A livello cromatico il blu è il colore istituzionale ma la presenza di una palette dotata di tinte diverse consente l’impiego del logo in negativo, in particolare sui supporti digitali. Non c’è di conseguenza un cromotipo costante così da lasciare l’accento sull’articolazione del lettering.
Video & motion design e l’immediatezza del messaggio
Ogni lettera della parola Conservatorio è composta da quattro stili tipografici in maiuscolo alternati. Poiché la musica significa anche ritmo di suono, Inarea ha realizzato un’efficace animazione dinamica del brand in cui tali stili tipografici si muovono e cambiano a seconda dell’impulso sonoro che ricevono. Una parola, segno dinamico generativo, in costante trasformazione che dialoga con la dicitura “di Milano”, punto fermo rispetto non solo alla localizzazione ma all’origine e alla prestigiosa storia.